Il Documento programmatico di finanza pubblica “non include informazioni sufficienti per avanzare valutazioni sulle singole misure” della prossima manovra. “In ogni caso, gli interventi di copertura dovranno essere certi”.

Lo afferma il capo del Dipartimento Economia e Statistica di Bankitalia, Andrea Brandolini, in audizione sul Dpfp. “Sarebbe inoltre opportuno limitare gli incrementi di spesa o le riduzioni di entrate di natura temporanea: hanno effetti solo transitori sulla domanda, aumentano il livello del debito e risultano spesso difficili da rimuovere”.

“Gli indicatori disponibili suggeriscono una lieve ripresa dell’attività nel terzo trimestre dell’anno, alimentata principalmente dal settore dei servizi. Le informazioni più recenti confermano, in sostanza, le nostre proiezioni di giugno, che indicavano una crescita modesta sia quest’anno sia nei prossimi, dovuta principalmente alla debolezza della domanda estera e al persistere di un’elevata incertezza”. Lo sottolinea il capo del Dipartimento Economia e Statistica di Bankitalia, Andrea Brandolin, in audizione sul Dpfp. “Gli sviluppi prefigurati nel Dpfp sono coerenti con questo quadro” anche se, ha aggiunto, “si tratta di prospettive che rimangono soggette a numerosi elementi di incertezza”.

In vista della prossima manovra, “una riallocazione tra le diverse poste del bilancio può favorire la produttività e la crescita. Ciò accadrebbe, ad esempio, aumentando le risorse a favore di investimenti, ricerca e istruzione e contestualmente razionalizzando le spese fiscali, rimuovendo gli elementi del sistema tributario che scoraggiano la crescita dimensionale delle imprese, arginando l’erosione della base imponibile dell’Irpef”. Lo afferma il capo del dipartimento Economia e Statistica di Bankitalia, Andrea Brandolini, in audizione sul Dpfp.

Il quadro programmatico delineato nel Dpfp “sembra non includere, se non in parte, maggiori oneri per la capacità di difesa”, sebbene il Documento “giudichi realistico, sulla base degli impegni presi in sede Nato, un graduale aumento della spesa nel prossimo triennio, fino a 0,5 punti di Pil in più nel 2028. In assenza di misure correttive ulteriori rispetto alla manovra, una maggiore spesa per la difesa rispetto a quella incorporata nel tendenziale condurrebbe a una dinamica della spesa netta più sostenuta rispetto a quanto programmato”. E’ l’analisi del capo del Dipartimento Economia e Statistica di Bankitalia, Andrea Brandolini, in audizione sul Dpfp. “Nel caso ciò avesse luogo in un momento in cui l’Italia non fosse più in una procedura per deficit eccessivo, – ha spiegato – per non rientrarvi immediatamente si potrebbe rendere necessario ricorrere all’attivazione della clausola di salvaguardia”.