TEHERAN-Oggi è la giornata Nazionale per la commemorazione di Nezami Ganjavi, il più grande poeta epico-romanzesco della letteratura persiana.
Nezami -ye Ganjavi, è il nome abbreviato di Nezam al-Din Abū Muḥammad Ilyās ibn Yūsuf ibn Zakī ibn Muʿayyid, grandissimo poeta persiano del 12esimo secolo cristiano.
Non si hanno notizie certe sulla sua nascita ma dalle sue poesie si può ipotizzare che sia nato nello spazio tra il 1135 ed il 1145 nella località di Ganjè, allora capoluogo della Persia.
A quel tempo la città ero uno dei cuori pulsanti della poesìa iraniana e grandi personaggi come Khaqanì, Falakì e Abul Alà, l’avevano resa famosa. In essa la seconda generazione di grandi poeti fu composta appunto da Nezami e dalla poetessa Mahastì Ganjeì.
Nezami visse per circa 70 anni a Ganjè per poi spegnersi nei dintorni del 1209 d.C.
La sua tomba si trasformò presto in un mausoleo ancora oggi visitato da tantissime persone.
Qui seguito vi riportiamo una delle sue belle poesie sulla primavera.
La primavera
È fiorita la primavera,
il cipresso ha teso alta la sua snella figura,
e la rosa ha aperto ridente la scatola di canditi,
l’usignolo è venuto,
s’è posato sul ramo,
e ampio s’è fatto il mercato del piacere,
il giardiniere ha profumato le chiome del giardino,
ed un re v’è entrato a rimirarlo,
e visto un calice di vino,
lo ha preso in mano,
ma è caduta una pietra e ha infranto il calice.
O tu che hai saccheggiato tutto quanto possedevo,
solo se avrò te sarò felice;
se anche quando sto con te
mi vergogno di quel che faccio,
l’idea d’esser senza di te
non m’entra nel cuore.