Esattamente sessanta anni fa veniva inaugurato l’asse portante della rete autostradale del nostro Paese.
Esattamente sessanta anni fa veniva inaugurato l’asse portante della rete autostradale del nostro Paese. La A1, la regina viarum, veniva aperta al traffico e con lei la nostra penisola diventava più unita, i tempi di percorrenza da Sud a Nord, attraverso la Capitale, passarono da due giorni di viaggio a solo sei ore. Percorrere l’Italia con le sue caratteristiche orografiche complesse diventava più facile per le merci e per le persone. A ricordarlo è l’Aspi che sottolinea come: “quel ruolo centrale l’Autostrada del Sole, con i suoi attuali oltre 800 km, non lo ha mai perso, ancora oggi rappresenta il cuore pulsante della mobilità sia per Autostrade per l’Italia che la gestisce che per l’intero sistema nazionale”. La sua centralità ce la raccontano anche i numeri. Il traffico della A1 in sessant’anni è cresciuto del 460% e con esso si è potenziato il suo tracciato: solo negli ultimi venti anni sono stati realizzati 195 km di ampliamenti di cui 45 fuori sede, rappresentati in particolar modo dalla Variante di Valico e dal nuovo tratto con la galleria Santa Lucia. “La storia dell’Autostrada del Sole – afferma l’amministratore delegato del Gruppo Autostrade per l’Italia Roberto Tomasi – ci insegna che per compiere una simile impresa è necessario costruire capacità industriale con coraggio e lungimiranza, guardando al futuro della nuova mobilità e delle generazioni di domani. Nel 2024 ricorrono i cento anni della A8, la prima autostrada del mondo, e il sessantesimo della più grande opera mai costruita in Italia, l’A1. Ma per Autostrade per l’Italia questo è anche l’anno dei record: dai volumi di traffico, arrivati a 5 miliardi di chilometri percorsi, agli investimenti sulla rete nazionale pari a 2 miliardi di euro messi a terra in dodici mesi. Continuiamo a lavorare con determinazione ogni giorno per rigenerare la rete autostradale, ispirandoci ai grandi del passato che costruirono questa infrastruttura strategica che, ancora oggi, è l’asse portante del sistema socioeconomico nazionale”.