L’Orchestra Sinfonica di Milano punta ancora una volta sui giovani.
Nata 31 anni fa proprio come orchestra di giovani (allora il nome era Verdi), oggi ha scelto come suo nuovo direttore musicale Emmanuel Tjeknavorian, ventottenne star del violino ‘convertito’ alla direzione d’orchestra.
Per lui, figlio d’arte (il padre è il direttore e compositore Loris) che ha iniziato ad esibirsi come solista a cinque anni, l’evoluzione al podio è stata ‘naturale’. “Non decidi, come non decidi quando avere fame: hai fame e basta” spiega. Ora avrà di che saziarsi visto che – da direttore designato a partire dal primo febbraio e direttore musicale da luglio per tre anni rinnovabili – sta già plasmando la prossima stagione dove dirigerà almeno dieci concerti e dove conta di portare direttori e artisti famosi, fra gli oltre cento con cui ha lavorato. Sul podio della Sinfonica è già salito lo scorso anno dirigendo Sherazade di Nikolaij Rimskij-Korsakov e La mer di Debussy. Prova in cui ha convinto tutta l’orchestra con cui tornerà ad esibirsi il prossimo 16 febbraio in un concerto a dir poco impegnativo dedicato alla passione: Eine Faust Ouverture e il preludio alla morte dal Tristan und Isolde di Wagner, la suite del Rosenkavalier e Till Eulenspiegels lustige Streiche di Richard Strauss. D’altronde Tjeknavorian, che dirigerà anche l’orchestra giovanile il 17, considera la passione il sale della vita: passione per il calcio (tifa Real Madrid, ma “ne parlo poco o si scrive solo di quello” scherza), per il cibo, per la musica, “per la vita”. “Come musicista devi essere il primo a mostrare la passione al pubblico” racconta, intenzionato a far crescere il nome della Sinfonica a livello internazionale e a garantire in auditoriun un pubblico sempre numeroso “da 0 a 100 anni”. “Voglio creare una comunità e per questo bisogna fare pubbliche relazioni e trovare i soldi per farlo” osserva. Passione e “lavoro duro” sono termini che usa spesso. E lavoro duro aspetta quindi l’orchestra che, dopo l’addio di Ruben Jais, sta cercando anche un nuovo direttore generale, non senza successo visto che al bando sono arrivate 478 candidature, come sottolinea la presidente Ambra Redaelli. Tjeknavorian sta guardando autori sinfonici italiani come Marcucci, Casella e Sinigallia, anche se per ora non li ha messi in repertorio. E per il momento non dirigerà nemmeno opera italiana. “Condurrò opere italiane quando padroneggerò la lingua ma c’è un sufficiente numero di opere in tedesco – osserva il maestro austriaco – e parlo correntemente russo quindi posso fare opere in russo”. Con la Sinfonica non si esibirà anche al violino (ha proposto di farlo con la compagine di musica da camera). Per sentirlo come solista il pubblico milanese dovrà aspettare a giugno il tradizionale concerto in piazza Duomo della Filarmonica della Scala diretta da Riccardo Chailly, che ha a lungo guidato la Sinfonica e ne è ancora direttore onorario: “Una cosa bella avere due direttori di Milano sullo stesso palco”.