e tensioni sull’Ucraina continuano a far salire il prezzo del gas, che ad Amsterdam hanno raggiunto gli 88 euro a MWh, in progressione del 10,291%. A Londra oltrepassa i 200 penny (+5,8%) per Mmbtu, l’unità termica britannica equivalente a 28,26 metri cubi. Intanto, i prezzi del petrolio rallentano, dopo la fiammata della vigilia dovuta all’escalation delle tensioni tra la Russia di Vladimir Putin e l’Occidente. Il Wti di aprile è scambiato a 92,9 dollari (+1,2%) e il Brent – dopo aver superato ieri 22 febbraio i 99 dollari, a un passo da quota 100 e al record dal settembre del 2014 – a 97,9 dollari (+1%).
Il contesto geopolitico
Le Borse europee falliscono l’atteso rimbalzo (che nella mattinata sembrava invece alla loro portata). Nella prima parte della seduta, infatti, gli indici avevano ripreso coraggio sostenuti dalla convinzione che le sanzioni degli Usa fossero più morbide del previsto, ma poi la cronaca di giornata ha preso il sopravvento, riportando i listini in territorio negativo assieme a Wall Street. Una volatilità legata ai dubbi sulle prossime mosse del presidente russo Vladimir Putin, mentre nel pomeriggio si è diffuso l’allarme per un attacco informatico che avrebbe colpito i siti web di diverse istituzioni ucraine. Questo mentre domani sera si riuniranno in un vertice a Bruxelles i 27 capi di Stato e di governo della Ue dopo il via libera al primo pacchetto di sanzioni contro la Russia, con il premier Mario Draghi che ha avvertito: «Le prevaricazioni e i soprusi non devono essere tollerati» e l’amministrazione Biden che ha deciso di sbloccare le sanzioni sulla società che sta costruendo il gasdotto Nord Stream 2.
La reazione dei mercati
In questo clima di suspense geopolitica, il Ftse Mib, che pure era arrivato a guadagnare oltre l’1% a metà giornata, ha man mano perso quota, chiudendo con un rosso dello 0,34%. La peggiore a fine giornata è stata la Borsa di Madrid, che ha lasciato sul terreno lo 0,63% seguita da Amsterdam (-0,55%) e Francoforte (-0,42%). Limitano le perdite la piazza di Zurigo (-0,15%) e quella Parigi (-0,10%), con Londra unica eccezione leggermente positiva (+0,05%). Quanto ai diversi settori, gli investitori hanno penalizzato le vendite al dettaglio, con il sottoindice Eurostoxx del comparto in ribasso dell’1,9% assieme a servizi finanziari (-1,1%) e tecnologia (-1%). In luce sui diversi listini i titoli auto, dallo scivolone di Renault (-4,3%) al balzo della holding Porsche (+4,6%) che potrebbe quotare a Francoforte lo storico marchio delle auto di lusso. In pesante rosso anche la multinazionale spagnola Indra Sistemas (-9,4%) mentre è stata una seduta positiva per Danone (+3,9%) sull’indice Cac40 dopo la pubblicazione dei conti 2021 migliori delle attese. Sul mercato valutario, l’euro/dollaro è stabile a 1,131 dollari (da 1,134 in chiusura il giorno precedente), mentre l’euro/yen è a 130,21 (130,42). Il dollaro/yen è pari a 115,05 (114,9).