una manovra che ha dimostrato ragionevolezza.

Quindi ovviamente questo è un punto di merito”, dice il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, che dal convegno dei Giovani Imprenditori avverte: “E’ una manovra però che contiene molti interventi congiunturali ancorché interventi che noi auspicavamo”, come “la riconferma del taglio contributivo del cuneo fiscale che però è ancora congiunturale”. “È ovvio – sottolinea – che se vogliamo fare interventi strutturali dobbiamo aggredire la spesa pubblica” o “diventa difficile trovare risorse per fare interventi strutturali che mirino alla crescita, la via per rassicurare mercati”.

“Abbiamo più di 1.100 miliardi di spesa pubblica: io credo che il 4-5% lo si può riconfigurare. Non entro nel capitolo singolo, però sappiamo tutti quali sono gli sprechi e l’inefficienza della pubblica amministrazione”, dice il leader degli industriali della spesa pubblica da ‘aggredire’. “Trovare il 4-5% di 1100 miliardi… vedete un po’ voi di cosa stiamo parlando. E ci sono -, aggiunge -, numerosi interventi che negli anni sono stati predisposti dai vari governi che si sono succeduti e nessuno ha più controllato: li abbiamo utilizzati? non li abbiamo utilizzati? Io sono convinto e conosco che ci sono fondi non utilizzati in pancia ai ministeri, perché purtroppo siamo un Paese che non ha un controllo ex post dei provvedimenti. Noi non sappiamo quando facciamo un provvedimento qual è l’attesa che ci proponiamo ma non facciamo il controllo se poi l’abbiamo ottenuta”. E, dal convegno di Capri, sottolinea: “Quindi secondo me si può lavorare tranquillamente per andare a trovare risorse utili per fare gli interventi”. E più in generale, rispondendo ad una domanda sullo spirito con cui furono pensati i due convegni annuali dei Giovani Imprenditori, a Capri e a Rapallo, simbolo del gap nord-sud da colmare, ribadisce: “abbiamo quattro gap da affrontare: di genere, generazionale, di territorio, di competenze. E’ la grande sfida che ha questo Paese, deve colmare queste esigenze”.

“Vengo, dieci giorni fa, da un incontro trilaterale con francesi e tedeschi, i miei omologhi, a Berlino. Francia e Germania hanno rivisto anche loro le loro stime di crescita, la Germania addirittura in negativo. Se noi guardiamo il differenziale Italia-Germania sono 16 punti. Noi per un punto in più rispetto alla Germania avremmo firmato. Quindi è il segno che comunque il Paese ha un’economia strutturalmente forte. È ovvio che dobbiamo mettere, diciamo così il carburante per farlo correre”. Il presidente di Confindustria risponde così – dal convegno dei Giovani Imprenditori a Capri – ad una domanda sulle stime di crescita riviste da Bankitalia.