Secondo l’Electricity Market Report del Politecnico di Milano, nei prossimi otto anni dovremo tagliare le emissioni di oltre il 24%. Inferiore alle attese anche il numero di Comunità energetiche

Italia in affanno sugli obiettivi energetici da raggiungere entro il 2030, ma anche su quelli fissati al 2050. Stando ai dati dell’Electricity Market Report 2023 redatto dall’Energy&Strategy della School of Management del Politecnico di Milano, entro i prossimi otto anni dovremo tagliare le emissioni di oltre il 24%, ridurre il consumo finale lordo di energia del 12%, da produrre per una percentuale doppia, rispetto a quella attuale, da fonti rinnovabili. La domanda di energia elettrica, tuttavia, è prevista in aumento del 6%.

L’instabilità geopolitica, si legge nel Report, ha ridato centralità agli obiettivi di sicurezza energetica e di competitività dei prezzi dell’energia, accanto alla consapevolezza che sarà necessaria una ristrutturazione significativa del sistema elettrico.

L’integrazione crescente delle fonti di energia rinnovabile sta progressivamente infatti trasformando il sistema elettrico italiano, sia per la non programmabilità delle fonti energetiche rinnovabili in aumento, sia per il posizionamento degli impianti rispetto ai punti di consumo. Cambiamenti che non influenzano soltanto l’infrastruttura, ma anche la già complessa gestione del sistema e il funzionamento dei mercati energetici.

Dal punto di vista dell’efficientamento nell’uso delle risorse, centrale è lo sviluppo delle comunità energetiche che, attualmente, in Italia sono 85, di cui 61 sono gruppi di consumatori e 24 sono comunità di energia. Considerando le iniziative ancora in fase progettuale, il totale raggiunge 198 iniziative, 6 volte di più rispetto alle 33 mappate nel 2021, ma ancora al di sotto delle stime attese.

«A pesare è il ritardo normativo, che ha ridotto la capacità progettuale e realizzativa di centinaia di iniziative – si legge nel Report – . Con la delibera 727/2022/R/eel è stato completato il quadro regolatorio relativo alla valorizzazione dell’autoconsumo, ma la normativa sulle Comunità Energetiche risulta incompleta e, secondo il parere di molti operatori, presenta diversi elementi di criticità».

Le iniziative nate fino ad ora sono state principalmente promosse da comuni e finanziate tramite fondi nazionali ed europei. Fatta eccezione per la Sicilia, la maggior parte è stata realizzata o è in fase di realizzazione nel nord Italia, mentre la taglia degli impianti è piuttosto eterogenea, con una media nell’ordine di qualche decina di Kw.

E se sempre più coinvolti sono utenti residenziali, grandi assenti sono, ad ora, le Pmi. Gli incentivi stabiliti nella nuova proposta del decreto Mase del 23 Febbraio 2023, insieme ai fondi stanziati dal Pnrr (2,2 miliardi di euro in conto capitale destinati ai Comuni sotto i 5.000 abitanti), permetterebbero di installare – tramite le Cer – una potenza rinnovabile (a partire da quella fotovoltaica) pari a circa 7 Gw in 5 anni, con il Pacchetto Fit for 55 che fissa al 2030 i consumi coperti da fonti rinnovabili ad almeno il 40% dei consumi.