Mancano ormai un paio di giorni all’inizio del conclave e i cardinali in queste ore cercano di tirare le fila.
Per questo oggi la congregazione si terrà sia la mattina che il pomeriggio: sono tanti i porporati che hanno chiesto di parlare al pre-conclave, momento decisivo per scegliere il profilo del nuovo Papa. Anche per questo sembra necessario più tempo e la rosa dei papabili resta ancora ampia.
Intanto molti cardinali sono tornati nelle parrocchie romane di riferimento per chiedere preghiere ma anche per uno stacco rispetto ai serrati lavori in Vaticano. Nella basilica di San Pietro si sono conclusi i Novendiali, i nove giorni di lutto per Papa Francesco. Il cardinale Dominique Mamberti, che poi è il protodiacono che annuncerà l’ “Habemus Papam”, ha ricordato come “sia stato fedele alla sua missione fino all’estremo consumo delle sue forze”.
Oggi dunque la maggior parte dei cardinali ha scelto di celebrare la messa nella parrocchia romana di riferimento. Non tutti: proprio i cardinali maggiormente esposti in questi giorni nel toto-conclave, da Pietro Parolin a Pierbattista Pizzaballa, non hanno infatti tenuto una celebrazione pubblica; niente messa in parrocchia oggi neanche per il cardinale filippino Luis Antonio Tagle. Matteo Zuppi è tornato per un giorno nella sua diocesi, Bologna; ha celebrato poi la messa a Bortolani, sull’Appennino bolognese, a un’ora di macchina dalla città, al Villaggio senza Barriere Pastor Angelicus.
Molti altri invece hanno scelto di celebrare la messa domenicale con la gente di Roma. Il cardinale di Marsiglia, Jean-Marc Aveline, tra i papabili del fronte progressista, ha parlato nella messa a Santa Maria ai Monti di “un fardello pesante sulle spalle di Pietro”. Ha poi citato Charles De Foucauld, ribadendo la sua linea di accoglienza totale dei migranti, che lo ha reso negli anni sempre più vicino a Bergoglio: “non abbiamo paura di coloro che sono diversi da noi: ogni uomo ogni donna è un fratello o una sorella per cui Cristo è morto”.