Intanto Volkswagen avvia in Cina una gigafactory da 208 milioni $. Le prime auto a batteria frutto del nuovo impianto saranno realizzate entro l’anno.

L’indipendenza dai cinesi nelle batterie per auto elettriche in Europa resta, per il momento e per qualche anno a venire, una chimera. Stellantis, quarto gruppo automobilistico mondiale, con radici continentali in Francia e in Italia, e la superpotenza cinese CATL (Contemporary Amperex Technology Co.) hanno annunciato oggi la firma di un memorandum d’intesa non vincolante per la fornitura a livello locale di celle e moduli batterie Lfp (Litio-ferro-fosfato) per l’alimentazione dei veicoli elettrici Stellantis prodotti in Europa. Ma non è tutto: le due aziende stanno valutando la possibilità di creare una joint venture con partecipazioni equivalenti mirata a realizzare una nuova gigafactory europea dopo quella inaugurata a fine maggio da Automotive Cells Company (società di Stellantis-Mercedes-TotalEnergies) a Douvrin, in Francia. Lo ha confermato Maxime Picat, responsabile globale degli acquisti e della catena di fornitura di Stellantis. Si tratterebbe della quarta gigafactory di Stellantis, contando anche le due con Samsung SDI negli Stati Uniti. L’obiettivo della casa franco-italiana è produrre batterie sempre più economiche, che rendano i veicoli elettrici accessibili. Un esempio? La Citroen ë-C3 in arrivo nel 2024, costo 23.300 euro e il cui prezzo dovrebbe scendere sotto i 20mila euro per la versione a corto raggio.

Nel documento viene delineata una collaborazione a lungo termine tra Catl (che già fornisce i principali produttori mondiali come Tesla e Volkswagen) e Stellantis su due fronti strategici: l’elaborazione di una tabella di marcia per la tecnologia che supporti i veicoli elettrici a batteria di Stellantis e l’identificazione di possibili opportunità per rafforzare ulteriormente la catena del valore delle batterie. Le trattative sono già iniziate ma saranno necessari mesi per finalizzare un accordo, ha aggiunto Picat, che non ha voluto rivelare una possibile ubicazione dell’impianto. Intanto la fornitura riguarderà veicoli elettrici passeggeri, in particolare crossover e suv di piccole e medie dimensioni.

I progetti europei in ritardo

Le case automobilistiche e i governi europei stanno investendo miliardi di euro nella costruzione di impianti per batterie per ridurre la dipendenza dall’Asia (Cina, Corea del Sud e Giappone coprono quasi l’intero fabbisogno). I progetti al 2030 prevederebbero una capacità totale di 1,8 terawattora, ma secondo Transport&Environment, organizzazione di Ong ambientaliste che opera a Bruxelles, il 70% di questo potenziale sarebbe a rischio per i ritardi dei progetti o dei finanziamenti. Allo stesso tempo, i produttori cinesi di batterie come Catl stanno costruendo impianti in Europa per veicoli elettrici di fabbricazione europea.